STORIA
Nel 1970 Zani Zeno rinuncia ad un lavoro in banca per avviare una ditta legata alla commercializzazione di materiali per la saldatura. L’attività parte nel retro bottega della ferramenta del padre Aldo (maestro liutaio), in centro storico a Cesena. Nel 1982 con la moglie Marta Molari, crea la società Zani Saldature, che presto diventa un punto di riferimento nel settore della saldatura nel territorio.
Nel 1999 Isabella Zani inizia il suo percorso lavorativo all’interno dell’azienda di famiglia. Il settore è prettamente maschile ma sa che un suo spazio, tra fili, elettrodi e saldatrici, lo avrebbe trovato. Sono gli anni 2000, la legge 626 del ‘96 sulla sicurezza sul lavoro è attiva e sempre più aziende iniziano a sensibilizzarsi alla nuove regole. Da questo bisogno nasce l’idea di commercializzare articoli antinfortunistici legati alla saldatura, per i clienti. Isabella nel tempo si allarga ad altri settori, tanto che sempre più clienti richiedono capi personalizzati, capi più performanti, capi più tecnici. CAPI UNICI.
Nel 2008 Isabella crea il brand FASHION WORK ITALY: eleganza sul lavoro e stile nella vita.
Nel 2018 anche Cristina, sorella di Isabella, si unisce all’azienda. E’ una giornalista e si è sempre occupata di comunicazione ed eventi. Cristina apporta il proprio contributo per dare una spinta innovativa e intraprendere un percorso di crescita volto in particolare a migliorare la visibilità e la credibilità del brand. Un salto di qualità verso una vision 4.0.
Nel 2020 le sorelle Isabella e Cristina danno vita a Zani Work un marchio, un luogo, un’idea che vogliamo raccontare con questo percorso d’installazioni. Un mood grafico che si ispira all’archeologia industriale..
Nel 1999 Isabella Zani inizia il suo percorso lavorativo all’interno dell’azienda di famiglia. Il settore è prettamente maschile ma sa che un suo spazio, tra fili, elettrodi e saldatrici, lo avrebbe trovato. Sono gli anni 2000, la legge 626 del ‘96 sulla sicurezza sul lavoro è attiva e sempre più aziende iniziano a sensibilizzarsi alla nuove regole. Da questo bisogno nasce l’idea di commercializzare articoli antinfortunistici legati alla saldatura, per i clienti. Isabella nel tempo si allarga ad altri settori, tanto che sempre più clienti richiedono capi personalizzati, capi più performanti, capi più tecnici. CAPI UNICI.
Nel 2008 Isabella crea il brand FASHION WORK ITALY: eleganza sul lavoro e stile nella vita.
Nel 2018 anche Cristina, sorella di Isabella, si unisce all’azienda. E’ una giornalista e si è sempre occupata di comunicazione ed eventi. Cristina apporta il proprio contributo per dare una spinta innovativa e intraprendere un percorso di crescita volto in particolare a migliorare la visibilità e la credibilità del brand. Un salto di qualità verso una vision 4.0.
Nel 2020 le sorelle Isabella e Cristina danno vita a Zani Work un marchio, un luogo, un’idea che vogliamo raccontare con questo percorso d’installazioni. Un mood grafico che si ispira all’archeologia industriale..
ARCHETIPI PRIMORDIALI
Le origini
L’Area della Produzione.
Una grafica che rimanda all’archeologia industriale, un focus sulle tecniche di produzione e i macchinari di una volta.
Il lavoro manuale, le macchine saldatrici.
Il non pensiero ma l’espressione con le mani.
I lavori del passato a cui dobbiamo ritornare, che ci insegnano il rispetto della natura.
L’Area della Produzione.
Una grafica che rimanda all’archeologia industriale, un focus sulle tecniche di produzione e i macchinari di una volta.
Il lavoro manuale, le macchine saldatrici.
Il non pensiero ma l’espressione con le mani.
I lavori del passato a cui dobbiamo ritornare, che ci insegnano il rispetto della natura.
IDEAL - MENTE
È l’area dell’Ufficio Creativo. Il pensiero, la mente, l’idea di un ufficio moderno dentro una struttura industriale. Le divise personalizzate che qui vengono create, sono attente ai più elevati standard di sicurezza. Ogni progetto è studiato ed è frutto di un lavoro di ricerca volto ad individuare l’abbigliamento più adatto.
Si sviluppa in senso orizzontale e verticale, come l’architettura funzionale della mente che è divisa in due diverse teorie sulla natura delle sue facoltà. La prima le vede in una forma orizzontale, perché considera i processi mentali interazioni tra facoltà come la memoria, l’immaginazione, il giudizio e la percezione. La seconda le vede in una forma verticale, perché afferma che le facoltà mentali sono differenziate sulla base della specificità del dominio, geneticamente determinate e associate a strutture neurologiche distinte, dunque autonome.
Si sviluppa in senso orizzontale e verticale, come l’architettura funzionale della mente che è divisa in due diverse teorie sulla natura delle sue facoltà. La prima le vede in una forma orizzontale, perché considera i processi mentali interazioni tra facoltà come la memoria, l’immaginazione, il giudizio e la percezione. La seconda le vede in una forma verticale, perché afferma che le facoltà mentali sono differenziate sulla base della specificità del dominio, geneticamente determinate e associate a strutture neurologiche distinte, dunque autonome.
ESIBIZIONISMO FUNZIONALE
È l’area dello Showroom aperto, del nuovo pensiero da mostrare, con originalità delle forme e ricerca dei materiali. Un viaggio immaginario nella materia, nella forma, nella ricerca del bello, nel futuro, nel presente e nel passato. Nella rigida e severa prospettiva di un rigoroso design. È materia che si trasforma in suggestione.
È l’incontro simbiotico tra elementi primordiali. Acqua (azzurro del soppalco), Terra (colori caldi), Fuoco (oro, rosso), Odori (incenso) si fondono per creare un unisono, a sua volta legato dal sottile filo dell’emozione. Lo spazio contempla dei volumi reali, dove forme estreme creano un gioco di materia. Suoni e profumi stimolano i sensi e li riattivano a percezioni profonde. Esibizionismo funzionale è uno show room dove ogni elemento presuppone una precisa dinamica di relazione con il mondo, con l’anima, con la materia che l’alimenta.
È l’incontro simbiotico tra elementi primordiali. Acqua (azzurro del soppalco), Terra (colori caldi), Fuoco (oro, rosso), Odori (incenso) si fondono per creare un unisono, a sua volta legato dal sottile filo dell’emozione. Lo spazio contempla dei volumi reali, dove forme estreme creano un gioco di materia. Suoni e profumi stimolano i sensi e li riattivano a percezioni profonde. Esibizionismo funzionale è uno show room dove ogni elemento presuppone una precisa dinamica di relazione con il mondo, con l’anima, con la materia che l’alimenta.
DIGITAL - MENTE
Dal megafono al digitale.
Un’installazione che invita a riflettere sul tema della frequenza intesa sia come la velocità con cui qualcosa si verifica e si ripete in un determinato periodo di tempo che come la velocità di frequenza del segnale.
Sapere definire un confine netto tra arte, moda, tecnologia digitale e architettura urbana è ormai impossibile.
L’installazione invita alla riflessione sull’importanza delle relazioni e di come, nell’era digitale, sia sempre più importante entrare in empatia con il cliente.
Oggi più che mai il nostro cliente non cerca una relazione qualsiasi ma una che non lo faccia sentire un semplice cliente pagante bensì una persona vicina al nostro brand per valori condivisi o appartenenza alla community - reale, virtuale o presente solo nella sua immaginazione.
La vendità non sarà così solo una felice conseguenza di una relazione.
È il momento di abbracciare un cambiamento radicale, di darci la possibilità di amare ancora di più il nostro lavoro ed iniziare a costruire, nel nostro piccolo, una cultura del valore e della relazione.
Un’installazione che invita a riflettere sul tema della frequenza intesa sia come la velocità con cui qualcosa si verifica e si ripete in un determinato periodo di tempo che come la velocità di frequenza del segnale.
Sapere definire un confine netto tra arte, moda, tecnologia digitale e architettura urbana è ormai impossibile.
L’installazione invita alla riflessione sull’importanza delle relazioni e di come, nell’era digitale, sia sempre più importante entrare in empatia con il cliente.
Oggi più che mai il nostro cliente non cerca una relazione qualsiasi ma una che non lo faccia sentire un semplice cliente pagante bensì una persona vicina al nostro brand per valori condivisi o appartenenza alla community - reale, virtuale o presente solo nella sua immaginazione.
La vendità non sarà così solo una felice conseguenza di una relazione.
È il momento di abbracciare un cambiamento radicale, di darci la possibilità di amare ancora di più il nostro lavoro ed iniziare a costruire, nel nostro piccolo, una cultura del valore e della relazione.